Fr. Armin Luistro: “Dobbiamo intraprendere il cammino che porta a una vera fraternità e sinodalità”
Nel contesto dell’incontro della Regione Lasalliana dell’America Latina (RELAL) con il Superiore Generale e il suo Consiglio a Medellin (Colombia), venerdì 8 settembre 2023, Fratel Armin Luistro, Superiore Generale, si è rivolto ai partecipanti all’incontro e a tutti i lasalliani della Regione attraverso le reti sociali della RELAL, condividendo un messaggio di speranza, con “audacia profetica” e alla luce del Vangelo, che si colloca anche nella prospettiva di conversione sollevata dal 46° Capitolo Generale.
Maria sulla strada dell’esilio
Nel ricordare la festa della Natività di Maria, Fr. Armin ha sottolineato la sua “diffusa devozione” tra i popoli amerindi e le loro culture, ribadendo con i vescovi di questo continente che “Maria appartiene all’identità delle nazioni latinoamericane, soprattutto nelle situazioni di pericolo e di oppressione” (Puebla 283).
Come pellegrina, Maria ha accompagnato le comunità cristiane nella speranza e nel cammino dell’Esodo. “Che il suo gioioso ‘sì’ apra i nostri cuori all’incontro d’amore con i nostri fratelli e sorelle delle periferie”, ha proposto il Fratello Superiore Generale, ricordando anche la necessità di “osare entrare, ancora una volta, in acque profonde”, perché “è tra gli ultimi e con loro che l’ultimo Capitolo Generale ci invita a cercare nuovi percorsi e nuova vita per loro e per noi stessi”, ha detto.
Abbracciare un volto amazzonico
Nella sua riflessione, Fr. Armin ha anche sottolineato la sensibilità dei lasalliani alle ferite, al dolore, alle ingiustizie e alla violenza che minacciano e compromettono la vita dell’Amazzonia e dei suoi popoli. “In questo spazio sacro, i nostri cuori sono dolorosamente consapevoli non solo della sofferenza umana, ma anche del Creato che geme e cerca salvezza”, ha detto, evocando uno dei quattro sogni di Papa Francesco nell’esortazione apostolica post-sinodale Cara Amazzonia: “Sogno comunità cristiane capaci di un impegno generoso, incarnate nella regione amazzonica, e che diano alla Chiesa nuovi volti con caratteristiche amazzoniche” (QAm 7). “Il nostro ministero educativo e la nostra fraternità lasalliana non dovrebbero assumere anch’essi un volto amazzonico”?
Infatti, “il 46° Capitolo Generale ha chiesto un cambiamento di paradigma nella nostra leadership istituzionale e nella nostra mentalità”, ha proseguito, avvertendo la necessità di abbracciare “la nostra vulnerabilità, con i nostri limiti, con le nostre fragilità, con la nostra povertà”, per riconoscere che “siamo diventati vittime di successi personali e istituzionali in tante parti del mondo dove la missione lasalliana è saldamente stabilita“.
Cinque inviti alla conversione
L’appello alla conversione collega i lasalliani al cammino di una Chiesa più sinodale, e Fr. Armin lo ha sottolineato proponendo cinque scenari di cambiamento e trasformazione personale e istituzionale:
- Da una Chiesa del Magistero a una Chiesa che ascolta.
- Da una congregazione che insegna a una comunità che apprende.
- Da un saggio al centro del palcoscenico a una guida che sta in disparte.
- Da un esperto con un grande ego a un apprendista con un cuore umile.
- Da un club esclusivo di Fratelli di una rinomata Congregazione, a piccole sorelle e fratelli per coloro che sono ‘lontani dalla salvezza’.
Andare verso le periferie
“È provvidenziale che il cammino lasalliano verso le periferie adotti lo stesso spirito del Sinodo della Chiesa sulla sinodalità”, ha affermato il Superiore Generale, assicurando che insieme al suo Consiglio (Squadra) “siamo convinti di dover intraprendere il cammino della benedetta fragilità che porta a una vera fraternità e sinodalità“. Tale cammino “è al centro dell’invito evangelico ad essere lievito per il mondo, ad essere un granello di senape per la terra”, perché “non dobbiamo avere paura delle tenebre, ma osare condividere la nostra luce”.
“Cari fratelli e compagni lasalliani, con audacia profetica, osiamo annunciare oggi questa storia evangelica. Siamo lasalliani, viviamo la storia, rivendichiamo il miracolo, celebriamo l’amore”, ha concluso Fratel Armin.